Social Media per startup: dieci domande sul loro utilizzo
Come preparare l’entrata di una startup nel vasto panorama dei social media senza cadere in errori banali
Le startup per loro natura hanno necessità di essere, il più velocemente possibile, note al grande pubblico. Molte di esse, loro malgrado, vorrebbero sfruttare i social media solo per avere immediatamente un ritorno in termini di business, ma il potenziale è molto più ampio. Il panorama dei social media è chiaramente uno dei più vasti e di difficile lettura per le startup che si apprestano a farne parte, noi abbiamo risposto a dieci questioni cruciali sul loro usoper rendere l’entrata meno traumatica possibile.
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1. Ci sono più di 700 social media, qual è quello giusto per noi?
È del tutto naturale sentirsi sopraffatti dalla scelta di strumenti e tecnologie. Molti founder pensano che il fulcro della questione sia essere presenti sul maggior numero di piattaforme possibili, in realtà essere “presenti” sui social media, non significa creare un account. Avere un profilo inattivo crea una reazione esattamente contraria, infatti la scelta delle piattaforme da utilizzare dovrebbe dipendere da queste domande: 1. Qual è il nostro target audience?, 2. Qual è il nostro obiettivo? Facciamo un piccolo esempio, se la startup in questione fosse un ristorante Facebook sarebbe la piattaforma migliore per far sentire la propria presenza.
2. Il content marketing è utile alla nostra startup?
Assolutamente sì, ma più che seguire il lavoro degli altri, ci si deve concentrare a fare il nostro al meglio possibile trasmettendo contenuti di alta qualità e soprattutto di valore per il nostro target. Il punto di partenza per una social media strategy è quello di creare contenuti da promuovere facilmente, uno strumento ottimo per iniziare è la creazione di un blog aziendale.
3. I social media sono utili al B2B?
Lo sono certamente. La chiave sta nel definire una solida social media strategy che includa la definizione degli obiettivi che si desidera raggiungere, selezionando le piattaforma giuste, misurando costantemente i risultati e quindi affinare man mano le strategie da tali misurazioni e dalle valutazioni personali.
4. Si possono ottenere nuovi clienti tramite i social media?
Facciamo un esempio: Supponiamo di essere una società di servizi software. In uno dei gruppi su Linkedin abbiamo notato una conversazione che ci interessa e decidiamo di parteciparvi dando il nostro punto di vista sulla questione. Attraverso questa interazione un membro del gruppo si collega col nostro account. Cosa è successo? Abbiamo ottenuto un nuovo potenziale cliente, senza utilizzare strategie push.
5. Dovremmo spendere denaro in advertising?
La prima domanda da porsi è: che cosa si vuole raggiungere attraverso gli annunci? Sappiamo tutti che gli annunci sono disponibili in diverse piattaforme, quindi sulla base degli obiettividovremmo scegliere quella migliore per noi e in base al bilancio capire la cifra da investire. Molto interessante è il fatto che gli annunci funzionano meglio per cose specifiche come eventi, post, e specifiche offerte.
6. Quanto è importante il personal brand dei founder?
Il personal brand è molto importante, soprattutto se si parla di startup. Infatti mentre il valore del servizio è misurabile solo dopo la sua utilizzazione, il valore dell’azienda va misurato sulla base della fiducia che i clienti ripongono nei loro founder, per i clienti è molto importante sapere chi sta dietro al prodotto.
7. I social media possono aiutarci a venire a contatto con i migliori talenti?
In primo luogo bisogna porsi questa domanda: Perché i migliori talenti dovrebbero voler lavorare con noi? Supponiamo di essere una startup all’avanguardia con un’infrastruttura impressionante e un ambiente di lavoro che crea grandi opportunità di crescita. Mostriamo adesso tutte queste caratteristiche sui social media. Il risultato? Certamente positivo. Ci troviamo infatti in un’era in cui i candidati non si limitano ad aderire ad una società solo leggendo la descrizione del lavoro che svolgeranno, assicurarsi di creare la giusta impressione è quindi la chiave per ottenere la collaborazione dei migliori talenti in circolazione.
8. Come definisco la frequenza dei messaggi di stato sui social media?
Domanda molto semplice ma anche molto importante. Dobbiamo postare tre o dieci tweets?, quante aggiornamenti di stato devo programmare su Facebook?, dovrebbero essere fatti tutti i giorni?, quante volte dovremmo postare un aggiornamento della pagina aziendale su LinkedIn? Dovremmo scrivere due post a settimana o uno al giorno sul nostro blog? Tutto dipende da quello che ci siamo prefissati, se quindi avessimo deciso di postare tre tweets al giorno occorre che siano postati ogni giorno, la cosa fondamentale è la coerenza.
9. Va bene programmare gli aggiornamenti?
Come startup è del tutto naturale non poter essere onnipresente sui social media. Siamo tutti a conoscenza dell’utilità di strumenti di programmazione come Hootsuite o Bufferapp, basta stare attenti che i post non siano irrilevanti in certi periodi orari. Se ad esempio si programma un tweet relativo ad una conferenza, ma la conferenza viene annullata, è più che opportuno eliminare tale programmazione per evitare terribili fails.
10. Meglio gestire i social media in-house o con l’aiuto di un’agenzia?
Nessuno conosce il nostro business meglio di noi. Sappiamo bene di aver bisogno di essere strettamente coinvolti nelle attività sui social media. Non è qualcosa che si può solo consegnare a qualcuno per poi non pensarci più. Per rendere tutto ciò più efficace è necessario essere il più coinvolti possibile. Se avessimo tempo e competenze sarebbe opportuno gestire personalmente le attività social, anche se utilizzare esperti del settore ha molti vantaggi. Probabilmente la nostra startup ha anche bisogno di uno specialista per curare l’aspetto cruciale dei social media, almeno inizialmente, e una volta ottenuto il massimo, iniziare a gestire personalmente i propri account.